Internet

L’avvocato Davide Tutino, è esperto in Internet di tutte le tipologie dei nuovi reati connessi al Cyberspazio.

La minaccia cibernetica nel tempo ha conosciuto un progressivo potenziamento e miglioramento che gli ha conferito una dimensione strategica ad hoc, non sempre supportata da un’adeguata normazione dai legislatori. Premesso ciò, per rendere più chiara la minaccia derivante dal cyberspazio è doveroso elencare le quattro principali categorie di crimini informatici esistenti.

  • Cyber War/Warfare (Information Warfare in senso stretto, ovvero sia la c.d. “guerra cibernetica” o “guerra del futuro”): è una metodologia di approccio al conflitto armato, imperniato sulla gestione e l’uso dell’informazione con lo scopo di assicurarsi un decisivo vantaggio militare (Wikipedia). Si pone l’obiettivo di impedire all’avversario di acquisire o sfruttare informazioni, per garantire oltre alla sicurezza delle infrastrutture critiche nazionali, anche la protezione delle aziende che operano in settori determinanti per lo sviluppo dell’economia;
  • Cyber Espionage: è l’insieme delle attività volte a sfruttare le potenzialità della rete per sottrarre segreti industriali a fini di concorrenza sleale o di superiorità strategica;
  • Cyber Crimes: è l’insieme delle minacce poste da organizzazioni criminali nazionali o transnazionali che si servono dello spazio cibernetico mediante l’uso dei computer per commettere reati criminali quali ad esempio, la truffa, il furto d’identità, i giochi d’azzardo online, le contraffazioni, la sottrazione indebita di informazioni o di creazioni e proprietà intellettuali;
  • Cyber-Terrorism (il c.d. “terrorismo telematico”): da non confondersi con i Cyber Crimes, si intende quella situazione in cui Internet e i computer possono essere impiegati direttamente come un’ arma per colpire il nemico destabilizzandolo (ad esempio manipolando un sistema di controllo dei trasporti allo scopo di causare incidenti, oppure intervenendo su una torre di controllo di un aeroporto o di un centro militare, oppure mandando in tilt prenotazioni). In altre parole, riguarda l’accesso non autorizzato nella rete da parte di organizzazioni, tra cui quelle terroristiche, sia a fini di propaganda ideologica, di proselitismo, di finanziamento, di addestramento dei nuovi membri, sia a fini di denigrazione o di affiliazione. In casi estremi si riferisce all’utilizzo sofisticato della rete Internet dei controlli telematici per mettere fuori uso i gangli di trasmissione critica delle strutture o dei processi che attengono la sicurezza nazionale”[1].

Internet  sta modificando la struttura delle organizzazioni criminali. Rispetto alle gang  criminali tradizionali molto compatte e legate, le reti online spesso sono alleanze libere: non implicano necessariamente relazioni tra criminali che si basano sulla fiducia e sulla disciplina, non è necessaria un’organizzazione formale e le strutture gerarchiche dei gruppi organizzati potrebbero non essere adatte per il crimine organizzato su internet. Diverse sono le organizzazioni criminali che utilizzano internet per ogni tipo di frode o azioni illegali, ma soprattutto per le attività criminose legate alla tratta degli esseri umani, allo sfruttamento sessuale dei minori, alla pornografia infantile, al traffico di droga, di organi e di armi. Ma i nuovi settori più  in crescita e in evoluzione sono il furto di identità e l’estorsione online.  Queste ultime “attività costituiscono un preoccupante deterrente allo sviluppo economico perché scoraggiano i consumatori ad usare internet per                   l’e-commerce” (Wikipedia). Inoltre, le organizzazioni criminali operanti su internet sono molto più difficili da rintracciare da parte degli organi di controllo in quanto la maggior parte delle forze dell’ordine operano all’interno di una giurisdizione nazionale, mentre internet rende più facile, per le organizzazioni criminali, operare oltre i confini delle giurisdizioni senza essere scoperti” (Wikipedia). Nell’ultimo rapporto “2013 Norton Report[2], Symantec ha presentato un quadro allarmante sull’evoluzione delle principali minacce informatiche. Il crimine informatico non ha confini precisi, gruppi di criminali operano ovunque e nella maggior parte dei casi restano impuniti, il numero maggiore delle vittime sembrerebbe essere concentrato in Russia, Cina e Sud Africa. In Italia, secondo il rapporto del Clusit 2013, la frequenza degli incidenti è aumentata del 250% in un solo anno, e il cybercrime è diventato la causa del 54% degli attacchi (era il 36% nel 2012), mentre il numero degli attacchi è cresciuto nel medesimo periodo del 370%. Sui costi provocati dal crimine informatico in Italia sono disponibili solo dati parziali, provenienti da aziende private del settore, che rivelano che nel 2012 il cybercrime ha inciso per circa 2,45 miliardi di euro, ed 8,9 milioni di Italiani sono rimasti vittima di crimini informatici, circa un terzo della popolazione Internet Italiana. I crimini informatici sono, per 80% dei casi, commessi da organizzazioni criminali dedite a molteplici attività illecite, la diffusione del modello di vendita noto come fraud-as-service e la diversificazione dell’offerta del black market hanno portato il cybercrime alla portata di tutti[3].

[1] PINO R., Il cyberterrorismo: un’introduzione, Ciberspazio e diritto 2013, VoI. 14, n. 49 (3-2013), pp. 429.

[2] http://www.symantec.com/content/en/us/about/presskits/b-norton-report-2013.pptx.

[3] PAGANINI P., Qual è l’impatto economico del crimine informatico?, in http://www.techeconomy.it/2014/02/04/qual-e-limpatto-economico-del-crimine-informatico/.